Le donne sono qualcosa di sublime e geniale. Non sono come gli uomini, che hanno bisogno di poche cose primarie, come la tranquillità, una Nastro Azzurro da 66 e l’abbonamento a Premium.

Gli uomini non trascendono, le donne lo fanno costantemente. Due palle, ma che bello. Lo hanno fatto inventando il reggiseno, quasi cento anni fa. Un colpo di genio: come se il “sesso forte” avesse inventato e fatto diventare moda imprescindibile la pancera contenitiva per la buzza da alcool. Hanno insistito nell’essere loro stesse con la stessa perseveranza con cui la Raggi chiama a ore alterne Grillo: forti dissidenze, ma con una elegante caparbietà.

Si sono inventate la minigonna, mentre gli uomini hanno provato con i pinocchietti: il risultato è stato drammatico quanto una campagna del Ministero della Salute. Hanno replicato, bellissime, con il bikini, mentre l’uomo ha tirato fuori gli slippini o il tanga maschile, con il risultato di trovare la stessa credibilità dei sostenitori del referendum sulle trivelle. Sul topless poi c’è stato il reale salto di qualità e l’uomo ha invertito la rotta, iniziando a depilarsi il petto. Ma questo è un altro discorso, come direbbe Lucarelli.

Tutto quello che c’è da dire sulle donne lo hanno detto tre cantautori, che spesso non piacciono alle donne. Sono Enrico Ruggeri, Zucchero e Ligabue. In una strana mescolanza da Pentapartito, se mescoliamo “Quello che le donne non dicono”, “Donne” e “Le donne lo sanno”, anche le “cantautrici calve” o le “barricadere”, come diceva Vecchioni, potranno essere felici. Fiere e belle, magari in topless. W le donne, come diceva Andrea Giordana.

 

de La sciabolata