Farid pensa che dipenda tutto dal prendere la posizione giusta. Questo vale per ogni cosa, i dolori ripetuti e gli impicci di poco conto, per riempire la piadina, la giusta dose di cipolla, per togliere le cose da casa sua e ripartire daccapo. Farid si azzuffa spesso con i clienti, specialmente con certe coppie di turisti dell’est, con quelle non riesce proprio ad avere pazienza: alterchi tiepidi, gesti di mano, una moneta di resto che fa cadere volutamente, l’indicazione scorretta per Piazza della Repubblica, “sempre destra amico. Tutto dritto, dopo un grande arco, c’è un castello e poi sempre destra”. Un castello. Un arco.

Perché comunque una posizione giusta c’è, lui pensa. Solo che a volte si vuol star proprio di traverso, anche a se stessi, o viaggiare in contromano. Bucare uno stop, non dare precedenze. Allora è arrivata l’estate e Firenze è molto bella, perché non fa i capricci, si lascia pure accarezzare, pettinare i capelli, è sazia adesso, non ha vezzi. Come una bambina sulla spiaggia, dopo il bagno in mare, il gelato e la partita a biglie. Per un attimo sta ferma, guarda l’orizzonte, e non chiede assolutamente nulla. E ai Giardini dell’Orticoltura i padri fanno le bolle di sapone e le madri magari sorridono, e le persone appena possono si sdraiano, ché questo stato di assedio, questa torturata violenza di ogni giorno, questa recita sceneggiata con poco garbo, la Paura, chi può se la dimentica così: sdraiato.

Allora Farid l’altra sera sedeva sul gradino della sua piccola bottega, fumava una sigaretta e scorreva alcune immagini sul telefono, “macchina nuova, amico! Guarda questa com’è bella”. E un sorriso estremo, disinfettato, gli è uscito dalle labbra. E sui lungarni, di luglio, gli anziani la sera passeggiano a braccetto, e un bambino peruviano c’è sempre, a perdita d’occhio un bambino peruviano lo si vede, sui lungarni. E gli adolescenti si danno baci sovresposti e appiccicosi, e dagli altoparlanti di un baretto sull’Arno sicuramente passa “a mano a mano” di Rino Gaetano.

Chissà quante persone, ogni giorno, tolgono le valigie da casa sua e ripartono daccapo.
Quanto ci metteranno prima di sdraiarsi di nuovo davanti alla torturata violenza.
Per Farid dipende tutto dalla posizione che si prende.
In questo luglio così traslucido, io ho la “destra impedita”, come in certi disegnini degli incroci sul libro di scuola guida.
Per ora dunque vado a sinistra, contromano o di traverso.