Il 20 di luglio la tartaruga Marzolina è tornata a nuotare nel nostro mare. Con una pinna in meno e qualche mese di cure presso il centro TARTANET di Talamone, la tartaruga caretta caretta era stata trovata a marzo nell’arenile della Feniglia, bloccata in una rete. Portata al centro di Talamone è stata soccorsa e curata.

Io e Bianca l’abbiamo vista con i nostri occhi, quando siamo andate in vacanza in Maremma. C’era anche un’altra tartaruga in degenza, ma lei non potrà tornare libera perché ha le pinne posteriori paralizzate, dopo che il suo carapace era stato spaccato, forse da un’elica. Vi vedo, lo so che fa caldo. Siete in vacanza e leggete Lungarno svaccati e placidi.

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Ma io voglio disturbarvi, graffiare una lavagna con le unghie della vostra coscienza, spremere a metà il tubetto di dentifricio del vostro senso civico. Nello stomaco di Marzolina i veterinari hanno trovato uno schifo che non vi dico e tanta tanta plastica.

Delle 2000 battute – spazi inclusi – che ho a disposizione questa volta ne userò meno, avendone già abusato in altre occasioni. Fatemi un piacere, fatelo a Marzolina, non buttate il sudicio per terra, non fate i vaghi, e non pensate di essere fighi e disinvolti e magari quel tantino borderline che vi rende galeotti rispetto ai dettami della nonna, quando pensate “e che vuoi che sia, è solo un pezzettino”, sappiate che non è affatto un pezzettino e che Pollicino adesso per tornare a casa sua usa una app, non certo i mozziconi di sigaretta, le cannucce bianche striminzite di quel tè zuccheroso che vi piace tanto.

Quindi lasciate stare il Pollicino de noattri. Questa rubrica si chiama Green, non simpatia: preferisco essere indigesta come un caffè con il sale, ma almeno rubare la vostra attenzione per un momento: diventiamo grandi e responsabili, comportiamoci di conseguenza. E non buttiamo il sudicio a zonzo, perché poi tutto torna da noi.

 

di MartinaVerde Stoppioni