“Il bello è utile quanto l’utile. Forse anche di più.”
(Victor Hugo)

Così recitava lo scrittore e poeta francese Hugo in merito all’utilità di qualcosa. Questa considerazione può essere associata al principio che regola il tema di una delle manifestazioni più importanti d’Italia: la biennale di architettura di Pisa. Quando si cammina, l’occhio osserva, anzi ammira tutto ciò che circonda il proprio essere. Quando si scatta una foto, quell’immagine è il risultato di forme, visuali ed essenze che compongono una città.

“Grandissimo orgoglio e grandissima soddisfazione nel vedere tanti progettisti a confronto, anche perché, per Pisa, il tema dell’acqua evoca una dimensione storica e identitaria che dobbiamo largamente ritrovare” dichiara il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi. L’estetica spigolosa di palazzi e istituzioni sotto i quali scorre continua l’acqua dell’Arno, a tratti pacata e a tratti agitata compone l’architettura di una città. Due componenti fondamentali, inscindibili e protagoniste dei 4 Padiglioni presenti lungo il fiume. Il tema dell’evento è “L’acqua e la città“, beni indispensabili per il genere umano, valorizzati dall’Associazione LP, (di cui fanno parte Massimo Del Seppia, Silvia Lucchesini, Fabrizio Sainati, Roberto Silvestri), premiati dal capo di stato Mattarella per il Laboratorio per la Qualità Urbana (LabQ 2017), in collaborazione con il Comune di Pisa.

La biennale è in corso presso gli Arsenali Repubblicani (Padiglione Internazionale) e al Bastione Sangallo (Padiglione Pisa) con oltre 80 progetti di importanti studi d’architettura italiani ed europei che rimarranno accessibili e visitabili fino al 28 novembre.

Persone che guardano, signori che ascoltano, donne che parlano: è il confronto che rende una città migliore.  Sono sotto gli occhi di tutti le “opere” dello scenario internazionale di architettura, quali quelle di Atelier(s) Alfonso Femia, BIG, Stefano Boeri, EMBT, Carlos Ferrater, Bernard Khoury, Francisco Mangado, Renzo Piano Building Workshop, Rudy Ricciotti, Alvaro Siza, Tamassociati, Topotek e molti altri provenienti da tutta Europa e Paesi del Mediterraneo.

Non un’arida esposizione di progetti provenienti da tutto il mondo, ma uno scambio di idee, novità e bagagli culturali che portano al miglioramento, ad essere critici verse se stessi e a stringere rapporti professionali e sociali.

 

Per informazioni: www.labq.org