Ieri il Corriere Fiorentino ha pubblicato, sia online che sul cartaceo, un interessante excursus di Vanni Santoni all’interno del panorama delle riviste fiorentine. Qualche tempo fa ci ha contattato per un’intervista  che abbiamo deciso di riproporvi di seguito in versione integrale. Se volete seguire Santoni nel suo viaggio all’interno del mondo free press fiorentino, leggete anche le interviste che ha fatto a Con.tempoFUL, RiotVan e Florence Is YouBuone letture.

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Quando nasce Lungarno?
L’idea di Lungarno nasce nel lontano 2009 anche se per cause legate alla difficoltà di trovare chi potesse sostenere economicamente un progetto del genere, ha avuto una lunga gestione e anche un lungo stop, terminato con la nascita definitiva del numero 0 nel settembre 2012, senza sapere se avremmo mai visto il numero 1. In quel periodo si sentiva l’esigenza di uno strumento come Lungarno, un free-press che facesse da guida agli eventi in città incentrato sulle realtà culturali che nascono e crescono a Firenze. Non un webmagazine, non una app, ma qualcosa da toccare con mano, sfogliare al volo in un locale, approfondire poi a casa e perché no, passare agli amici. All’epoca il crowdfounding era poco conosciuto e non esistevano operazioni di start-up; è stato sufficiente sentirsi ripetere da tutti (amici, meno amici, addetti del settore, istituzioni stesse) che il progetto era valido e interessante per trovare il coraggio di fare sul serio.

Quanti numeri ci sono stati finora?
27, contando il numero zero e il prossimo numero di febbraio appena andato in stampa.

Come definireste la vostra linea editoriale?
Il fiore all’occhiello di Lungarno è proprio la sua linea editoriale. Lungarno è un giornale rock, nel senso “celentiano” del termine. La quasi totalità della redazione è libera da imposizioni, fatto salvo il banale rispetto reciproco ed etica professionale. Raccontiamo la città ed i suoi eventi con stile ironico ma mai offensivo. Questa è la qualità che i nostri lettori hanno da sempre apprezzato e non abbiamo intenzione di perderla. In due anni il nostro slogan “A Firenze non c’è mai niente da fare” si è diffuso contando sulla popolarità della famosa lamentela dei cittadini. Allo stesso tempo, il mensile stesso ha smentito con i fatti che a Firenze c’è tantissimo da fare, il problema è che forse non si sa.

Quante copie distribuite oggi? Dove? C’è stato un aumento o una diminuzione rispetto ai primi numeri? Lungarno ha una tiratura attuale di 5.000 copie con una distribuzione capillare in più di 200 punti suddivisi tra locali, biblioteche, teatri, live club, università e qualche negozio estremamente selezionato. Lungarno si rivolge volutamente al pubblico fiorentino (non necessariamente di nascita, eh), pertanto si trova in luoghi frequentati maggiormente da questo target di utenza. La richiesta è in continua crescita, dato facilmente verificabile con la difficile reperibilità della rivista dopo appena una settimana dall’uscita. Il nostro sogno è certamente aumentare numero di copie e punti di distribuzione ma le attuali possibilità economiche non ce lo permettono.

Da quante persone si compone la redazione?
I soci fondatori dell’Associazione che gestisce il giornale sono quattro. La redazione vera e propria conta circa trenta persone, tra direzione, redattori storici e collaborazioni saltuarie.

Quali sono le attività collaterali legate alla rivista, se ve ne sono?
L’Associazione Culturale Lungarno concentra il 99,9% dei suoi sforzi nella realizzazione del mensile, ma non sono mancate in passato realizzazioni di eventi – per lo più musicali. Mars Attacks! nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2013 ne è il più riuscito esempio. Oltre a questo, la rivista stessa crea per natura una miriade di collaborazioni con i soggetti coinvolti per articoli o accordi pubblicitari.

Come vi finanziate? Che % dei costi è coperto dalle inserzioni?
Ed eccoci al tasto dolente. Le inserzioni pubblicitarie all’interno della rivista sono attualmente l’unica entrata economica. I costi di stampa e distribuzione a volte superano la cifra recuperata; il tutto è poi condito da una certa difficoltà nel riscuotere alcune fatture emesse. Purtroppo non abbiamo mai trovato sostegno (economico) da parte delle Istituzioni, tantomeno contributi per l’editoria; la ricerca di bandi è piuttosto faticosa per non dire una vera e propria giungla e dopo due anni e mezzo spesi in questa ricerca, abbiamo come la sensazione che senza le tanto agognate “conoscenze” sia ancora impossibile accedere a determinati servizi.

In conclusione, il contrasto tra la crescente richiesta dei cittadini e degli “addetti ai lavori” con il muro di gomma che spesso ci troviamo davanti alla richiesta di contributi, rende difficile il portare avanti questa sfida continua. Allo stesso tempo sono entrambi stimoli per dimostrare che un mondo migliore è possibile. Che regalare cultura alla città in qualche modo ripaga gli sforzi, che dare voce a belle realtà a volte sconosciute aiuta l’intera comunità a fare rete.

Quindi insomma, gratis è bello ma chi vuole aiutare la causa è sempre benvenuto.