Non dobbiamo chiederci cosa serve, ma cosa è importante” ha detto una volta Roberto Vecchioni a proposito dei princìpi che guidano il lavoro di un insegnante e la funzione educativa che, per sua natura, dovrebbe avere obiettivi di lungo termine e non strettamente contingenti.

Se vogliamo guardare lontano e davvero capire chi sono i Makers al di là della loro crescente notorietà che li rende oggetto di domande (oltre che di definizioni non autorizzatequali “smanettoni”, “nerd”, “popolo di gente che fa cose”), dovremmo fare lo stesso esercizio. Dovremmo provare a concentrarci non tanto sulle realizzazioni di cui sono capaci, né sui possibili impieghi delle loro macchine, quanto su quello che rappresentano.
Lucio Ferella, responsabile dell’associazione Fablab Firenze che ha sede a Impact Hub, è la persona adatta ad accompagnarci in questo esercizio prospettico (essendo anche molto paziente, il che non guasta dovendo mostrare un’officina a una come me che non ha neanche un cacciavite in casa).
«I macchinari controllati da computer e gestiti attraverso software non sono una novità, anzi. A livello industriale sono sempre esistiti. Il fatto rivoluzionario è che adesso sono accessibili a tutti perché più piccoli e meno costosi» dice mostrandomi una stampante 3D che strato dopo strato mette insieme un’arcata dentaria (richiesta di un odontotecnico che poi la userà come calco per un apparecchio). Il tavolo a cui io e Lucio sediamo non è stato comprato in un negozio: è stato realizzato con una fresa a controllo numerico che ha tagliato e modellato il legno seguendo un prototipo di design open source. Si chiama autoproduzione (Do It Yourself), ma non in solitaria, bensì grazie alla collaborazione (qualcuno mette l’idea, qualcun altro la macchina, qualcuno il software che la comanda) così che le officine tecnologiche si trasformano in nuovi punti di incontro, community – non solo virtuali – di persone che si scambiano competenze e interessi.
Forse anche a Gutenberg qualcuno domandò a cosa servisse la stampa a caratteri mobili. Oggi sappiamo quanto è stata importante.

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