tiramisu

Io non so fare niente, volevo solamente chiuderti di sopra, su da me, forever. 

Baustelle

I cibi afrodisiaci, se siete abbastanza grandi da aver imparato a leggere, saprete bene che non esistono. Esistono invece situazioni in cui il cibo può trascendere le finalità nutritive, Ultimo Tango a Parigi docet.

Più che una ricetta sto per illustrarvi una tecnica amorosa fatta di creme montate (NdA: aggettivo qualitativo femminile plurale) e fruste, che rientrerebbe a pieno titolo nella raccolta Ricette Immorali di Manuel Vázquez Montalbán.

Non voglio indagare sulle origini che ne attribuiscono i natali – ariborda – al Granducato, precisamente a una visita a Siena di Cosimo De’ Medici nel XVII secolo. Voglio credere invece che il tiramisù sia l’antesignano più puro del food porn e che veda l’alba nei casini nel nordest e che la sua preparazione si sposi, pertanto, al meglio con la prossima serata di San Valentino. Quindi mettete giù quel tubo di Baci Perugina corredato di rosa finta glitterata, fatevi fare la spesa e recatevi a casa della vostra vittima armati di sola frusta – almeno quella da cucina – e del vostro intimo migliore.

Io lo faccio con la panna, perché l’unica certezza per affondare il cuore del vostro amato è farlo a suon di colesterolo. Al levarsi di un coro di valchirie urlanti: «No! La panna nel tiramisù no!», vi stoppo e invece vi dico sì, montatela anche se non volete aggiungerla al mascarpone e posatela in frigo.

Leccate frusta e dita fissando negli occhi colui che a breve avrà un infarto coronarico, sempre ammesso che un cuore ce l’abbia. Pulite la ciotola con le dita e con le stesse sporcategli le labbra. Adesso lavategliele con un bacio. Mettete tutto in frigo, alzate il volume dei Baustelle e, prima di richiudere lo sportello, prendete la panna precedentemente montata e, per tempo indeterminato, iniziate a bruciare calorie e a divertirvi come non ci fosse un domani.

caffè,

2 uova intere,

4/5 cucchiai di zucchero + per il caffè,

500 g di mascarpone,

250 ml di panna da montar,

400 g di savoiardi,

cacao amaro.

 

 

 

(disegni e parole di di Marta Staulo)