Lei di sicuro non rischia di essere un ortaggio, perché perfino un carciofo ha un cuore. 

Il Favoloso Mondo di Amélie (Jean-Pierre Jeunet , 2000)

tortinoCarciofiVi presento una ricetta decisamente primaverile e, si sa, la primavera è la stagione degli amori e, in amore, prima di essere accecati è vivamente consigliato vederci bene dall’inizio.

Non me ne abbiate a male voi nati a marzo ma questo è per me il mese dei carciofi ed io, che ne conosco un paio, questa ricetta la dedico a loro: duri, spinosi, barbuti ed irascibili.
Ragazze, apro quindi la campagna Alla larga dal Carciofo, ortaggio – e tipologia di uomo – da cui noi donne (ops, anche voi uomini) dovremmo fuggire lasciando le sgommate per strada, per tempo e dolore necessari a renderli pronti all’uso.
Perché il carciofo, oltre ad indicare un uomo chiuso e lento che tu, donna, credi sempre stia lì lì per sbocciare ed invece – bona ugo – si ammoscia, piuttosto marcisce, ma non fiorisce mai, è un ortaggio che bensì dovrebbe far bene al fegato e depurarti, scongelarti la bile rinsecchita dall’inverno e prepararti alla primavera. Certo non se te lo bevi sotto forma di Cynar, magari per dimenticare.
Pertanto occorre riconoscerli alla prima e mettersi da subito l’anima in pace perché il povero carciofo alla fine è solo un’infiorescenza che tu donna hai scambiato per un fiore.
Per le più avventurose, si inizia dal tagliargli la testa, spogliarlo degli strati esterni più duri fino ad arrivare al cuore tenero per poi spaccarlo in spicchi sottili e tirargli la barba, così vedi se capisce.

Ma dopo tutta questa trafila, che te ne fai dei carciofi? Quelli figuràti, hanno già la sfortuna di essere tali. E di quelli veri? Ci fai il tortino.

Che poi, tu che sognavi l’impero dei carboidrati, sappi che una torta salata alla fine non è (fregature su fregature) che una omelette mistificatrice cotta sul fornello o in forno (occhio al manico in plastica) e che non deve essere assolutamente girata, tanto per mettere da subito al bando i Risvoltatori di Frittate.

Il carciofo – questo ingrato – è dall’incazzatura facile e gli diventa nero il cuore che nemmeno fai in tempo a capire il motivo: basta affogarlo subito, in acqua e succo di limone, e non dargli nemmeno un minuto per reagire. Una volta zittito questo cuore di tenebra, scolato e asciugato, ci sono finalmente i presupposti per credere che sia pronto a piegarsi nelle vostre mani e ad esser passato a spicchi nella farina leggermente salata. Imbiancati per bene, possono ora essere fritti in olio caldo, finché non diventano croccanti. È possibile adesso sbattere le uova con sale e pepe e versarle in padella, agitandola per far scivolare l’uovo sotto i carciofi fritti. Ora che il vostro carciofo si è arreso, potrete ridurre la vostra fiamma e coprire il tegame, fino a cottura desiderata.  Da consumarsi solo ed esclusivamente con esseri il cui spirito è incapace di oscurarsi, perché se son carciofi, s’è capito, non fioriranno.

Ingredienti:

carciofi, 1 uovo per carciofo, farina 00, sale, pepe, olio EVO

 

 

 

Illustrazione e testo di Marta Staulo