Bad Girl è la creatura elettronica di Leonardo Granchi, una nube oscura che avvolge l’illunato e fecondo underground sperimentale fiorentino. A pochi mesi dall’uscita del primo album “Cosmi” e in vista della sua performance del 18 novembre al rinnovato Centro Pecci di Prato, abbiamo avuto il piacere di approfondire la conoscenza della mente che sta dietro al progetto.

Partiamo dalle origini di Bad Girl, dopo i tuoi noti trascorsi con i Downward Design Research cosa ti ha spinto a dedicarti ad un progetto solista e quanto tempo ha richiesto la composizione delle prime tracce?
Downward Design Research è stata la mia prima esperienza nell’ambito della musica elettronica, il progetto e il nome del gruppo sono nati con Andrea Giacobbe “Ende”. Con lui suonavo il basso, in un progetto chiamato ELM con Massimiliano Chiamenti alla voce, Andrea si occupava delle batterie, aveva alcune Korg. Quando ELM si è fermato abbiamo deciso di continuare ed io ho comprato il mio primo sintetizzatore.
Purtroppo anche la “macchina” Downward si è fermata, dopo un interessante percorso live e di unioni con altri musicisti (Davide Valecchi AAL e Naresh Ran) e addirittura un disco di 12 brani pronto e mai pubblicato. Nel periodo di attività ho composto e registrato tantissimo materiale, in parte finito nei brani di Downward. Così è stato quasi un percorso dovuto, DDR non suonavano più ed io avevo delle song pronte. Supportato dal mio più fedele promotore ed amico Naresh mi sono ritrovato sul palco del Rullante Club a Firenze (ormai tristemente chiuso) a suonare per il mio primo live.

Bad GirlA mio avviso, uno dei punti di forza del tuo primo album “Cosmi” è la capacità di arrivare “dritto al punto” sin dal primo ascolto, pur attraverso paesaggi e trame sonore dilatate. Credo che l’utilizzo di strumenti reali sia stato fondamentale per riuscire a trasmettere in maniera efficace gli stati d’animo di Bad Girl. Però nelle tue varie biografie ho letto anche dell’inserimento di “take” casuali nella composizione dei pezzi. Come sei riuscito a combinare tutti questi elementi e a creare qualcosa di così vivo e tangibile a dispetto della glaciale e tenebrosa atmosfera del disco?
Direi che in una composizione musicale, anche se fatta con plug in, virtual instrument e poi assemblati in un sequencer che li suona per te, c’è comunque presente l’animo del musicista. Per mia esperienza, e seguendo lo spirito che proviene da progetti dove “imbracciavo” uno strumento, cerco di evitare questo modo di proporre i brani, sopratutto nei live. Alcune parti esistono, ci sono arpeggiatori o altro che vengono suonati via midi, ma l’idea di suonare tutto il resto e renderlo sempre diverso è fondamentale per il progetto Bad Girl.
Per questo l’idea di usare field recording come tappeto sonoro pre registrato ed intervenire in diretta su tutto il resto è diventato il mio modo di lavorare. Mi sento libero di potermi muovere su una base già solida, che ha già una sua precisa strada, le linee di basso, le batterie e altro mi servono per enfatizzare certi momenti del “viaggio”. I miei primi lavori usciti come demo (Session 28 e Session 31) erano esclusivamente registrazioni di ambiente, filtrati con vari processori di segnale, un giorno mi piacerebbe anche stamparli. vedremo!

Come si manifesta Bad Girl in sede live e cos’hai in programma per la tua performance al Centro Pecci?
Ho notato che il mio approccio live è davvero molto influenzato dalla location, ogni volta è molto diverso, volutamente o spontaneamente. La stanza dove suonerò al Pecci è quella che ospita l’istallazione di Robert Kusmirowski, (di cui ho apprezzato molto i lavori) è totalmente bianca, con oggetti appesi alle pareti e 200 sedie sparse per la stanza, tutto dipinto di bianco. Perfetto, luci spente e proiezioni in bianco e nero e sono totalmente a mio agio! Spesso propongo i live indossando una tuta bianca, quindi sembra studiata apposta! In questa occasione sarò accompagnato per i visual da Andrea Savelli che già aveva lavorato con me nel progetto Downward Design Research e che in questa occasione monterà e smonterà video in diretta.

“Cosmi” è uscito grazie alla coproduzione di tre etichette molto attive nell’underground nostrano, Dio Drone, UTU Conspiracy, Toten Schwan Records. Com’è nata questa collaborazione e allo stato attuale, che visione hai della scena sperimentale toscana?
DioDrone l’ho visto nascere, la necessità di Naresh Ran di concretizzare i nostri lavori con un etichetta DIY era troppo forte, era inevitabile che nascesse, ed ora sta percorrendo un ottimo viaggio. UTU Conspiracy non poteva mancare, altri fondamentali amici che credono nel progetto e Toten Schwan è arrivata per caso…..ho conosciuto un certo Marco Valenti che mi ha cominciato a “minacciare” di mettere insieme quei brani che sentiva nei live e di stamparci un vinile, grazie davvero, è stato uno stimolo importante.
Non conosco a fondo tutte le realtà toscane, in questi ultimi mesi, dopo l’uscita di “Cosmi” ho avuto occasione di vari live e di conoscere molte persone che danno anima e corpo per organizzare eventi.
Ma in Toscana pochi. La realtà di DioDrone e importante ed anche i ragazzi di Santa Valvola stanno facendo degli ottimi lavori. Ci sono molte band che fanno ottima musica ma quello che manca sono gli spazi dove esibirsi senza dover stare con l’ansia che non si può superare i 60db per la pubblica quiete.
Mi fermo qua su questo aspetto altrimenti rischio di entrare in situazioni noiose e di accusa verso troppe persone. Lavorando come tecnico audio conosco bene le problematiche e cosa NON offre la città di Firenze.

Domanda finale: cosa hai ascoltato ultimamente e ti senti di consigliare ai nostri lettori?
Sto ascoltando tantissimo in questo periodo, di tutti i generi e gusti, solo cose buone però!
Non posso e non voglio fare elenchi, lascerei fuori qualcuno e non è possibile, ognuno ha delle componenti importanti per me. Farò così, in questo preciso momento, mentre scrivo, sto ascoltando “Di cosa si nasce” disco in preparazione del progetto Petrolio (Enrico Cerrato) che uscirà a breve.
Mi rispecchia assai, bravo, ci sono tante persone che fanno roba buona!!

 

Bad Girl Live set
Centro Pecci
18 novembre – ore 21

 

di Gabriele Sobremesa