“Domande, risposte a tutti i tuoi perché” (Cristina D’Avena, 1997)

 

Salvatore Giammarresi, il piccolo protagonista della serie “La mafia uccide solo d’estate” aveva un quaderno pieno di domande. Me lo sono sognato stanotte, bontà mia, invece che sognare i moduli di Paulo Sousa, che sembrano ispirati al “Quesito con la Susy” della Settimana Enigmistica.

Ho iniziato quindi anche io farmi qualche ulteriore domanda, aspettando una riposta che non sia magari quella di Andrea Scanzi.

Perché le amiche della vostra compagna non sono mai brutte, ma solo carucce? Perché se generalizzi parlando di un argomento qualcuno ti fa sempre sentire uno scemo, pur sapendo che è vero quello che dite? Perché in Spagna cenano alle 23.45 e in Trentino alle 18.20 chiudono i negozi? Come mai non hanno inventato le camicie con i bottoni regolabili in vita, come per i pantaloni? Esiste un meridionale che non ami il peperoncino e non si prenda gioco di voi perché non ne mangiate uno a morsi? Qual è precisamente il giorno in cui il puzzo di sapone per i panni che lavava la nonna è diventato profumo di Marsiglia? A cosa servono le decorazioni sulla carta igienica? Come mai nel 1995 tutti avevano gli auricolari per ascoltare la musica ed ora si usano le cuffie che usava Luigi Necco per i commenti post partita da Napoli? Perché le signore che sono state giovani negli anni Ottanta continuano a pettinarsi come negli anni Ottanta? Chi è che ha indossato per primo una felpa di pile per uscire la sera? Scriveteci, anche via fax. Buon 2017.

 

di La Sciabolata