Primavera fa rima con rondine, risvegli ormonali abbinati a sonnolenza e raffreddore, perché non è propriamente estate ma ai primi accenni di caldo quello che viene da fare è spogliarsi ignorando completamente l’escursione termica. Basta piumini, via libera ai colori, ai tessuti più leggeri e ai vestiti a fiori.

Che anche il fiore fa primavera; il fiorato poi è l’esplosione dell’allegria stagionale con il quale dare libero sfogo all’animo bucolico che è dentro ognuno di noi, più o meno. Anche per la prossima stagione i fiori sono all’ordine dell’armadio: dalle grandi rose su fondo scuro che ricordano le tappezzerie del divano della nonna fino ai piccoli fiorellini scappati direttamente dagli abiti della “Casa nella Prateria”.

Per la primavera-estate 2017 la moda suggerisce fantasie con petali giganti e sgargianti, meno romantici ma più grintosi, soprattutto sui vestiti: l’importante è assecondare il flower-power. Come?

Con i vestiti aderenti di chiara ispirazione anni ’90, soprattutto quelli con gli scolli a barca-cuore-incrociati che stavano bene solo a Kelly di Beverly Hills; con gli abitini anni ’50 con i quali volteggiare tra i campi con le famose gonne a ruota; con le tute anni ’70 in pieno stile fricchettone o con la versione svolazzante di abiti bohemienne dal sapore retrò. Il fiore funziona anche sulle gonne e camiciole, trasparenti, leggere e sbarazzine. Sono stampati, ricamati, dipinti a mano e addirittura in 3D, vere e proprie esplosioni di boccioli che nemmeno al Giardino delle Rose a maggio inoltrato. Insomma, per sentirsi in armonia con la stagione in corso le vie dello stile sono infinite.

Attenzione, però, a non superare la sottile linea di confine che trasforma un abbinamento fiorato nell’immagine della contadinella di campagna proposta da alcune sfilate: basta una ciabatta di gomma, una pezzola in testa ed una cappina chiusa in vita per passare dalla “Primavera” di Venere alla Zia Pina in mezzo al campo. Che tra un campo di fiori e un fiore in mezzo al campo c’è la sua bella differenza. È una questione di dettagli. E di sfumature…

 

di Marina Savarese