Il trovarsi spaesato davanti a qualcosa di bello e inaspettato è qualcosa che tutti prima o poi provano nella vita. L’hanno provato coloro che hanno vinto 500 euro con un gratta e vinci costato 2 euro, l’abbiamo provato a Firenze quando sotto di due gol ne abbiamo fatti il doppio in un tempo alla Juventus. Lo proviam
o ancora quando leggiamo il cartellone dell’estate musicale fiorentina. Esageriamo nel dire questo? Forse sì, ma ci sta tutto, perché la rassegna sarebbe stata il “prototipo” perfetto di quella che, in tanti anni, abbiamo visto in altre città e che avremmo usato come parametro per la classica lamentela ed il solito coretto “a Firenze non c’è mai niente”. Da sempre.

Visarno arenaTutti sono contenti. Sono contenti gli amanti del rock americano, perché ci saranno gli Aerosmith, una di quelle band che la tua compagna del liceo classico ascoltava in cuffia nel mix fatto dal fidanzato di ragioneria (Bon Jovi + Aerosmith + Brian Adams). Un nome importante, quello del gruppo di Steve Tyler: un live di richiamo per gli amanti del rock ascoltato in radio o per i musicisti con una bella chitarra Ibanez appesa in casa. Impossibile quindi mancare questo 23 giugno, vista anche la presenza in apertura dei Placebo, forse la band pop più sottovalutata degli ultimi anni. Brian Molko, il leader della band, non è un personaggio da poco, che ha tenuto banco con la sua zazzera ed il suo trucco anche nell’immaginario erotico delle giovani ragazze a cavallo del millennio. Il non più giovane Molko, con il suo fascino androgino post Bowie riuscirà a dialogare con Steven Tallarico, vero nome di Steve Tyler, ovvero il Piero Pelù made in USA? Sarà necessario con tutta probabilità un fusto di doppio malto. Forse.
Non fate tardi il 23 giugno mi raccomando, che il giorno dopo dovrete essere nuovamente in pista. Stesso palco, stessa ora, altro artista. Stavolta è di scena l’uomo dalla voce più pastosa del rock, un mito degli anni ‘90, di cui conserva ancora in parte il look camiciato e i capelli lunghi (anche Totti se li è tagliati da un pezzo). Parliamo di Eddie Vedder, ex leader di una band che ha cresciuto la nostra generazione, i Pearl Jam. Un complesso della mitica “scena di Seattle” degli anni ’90 ovvero il fenomeno che ha fatto pronunciare il nome di questa città americana a tutto il mondo, altrimenti rimasta nell’anonimo mondo del nostro atlante. Artista a molti sconosciuto, un baluardo della musica non commerciale, e per questo chiaramente ma inspiegabilmente ancora noto.

visarno arena 2Il meglio deve ancora venire, diceva il buon personaggio di Correggio. Infatti ci siamo lasciati il meglio alla fine di questo piccolo compendio sul mese di giugno. Lungarno nasce, come già scritto in più occasioni su questo numero, in concomitanza del concerto dei Radiohead a Firenze. Un concerto in un posto favoloso, con uno splendido bagno di folla, nonostante TUTTI a Firenze avessero già visto la band di Tom Yorke almeno una volta in location sempre uniche (Piazzale Michelangelo, Piazza Santa Croce). Nonostante ciò l’estate fiorentina ci riporta il 14 giugno ancora gli ex ragazzi, oramai più che adulti, in un concerto diverso e sicuramente stupefacente. Perché è plausibile che adesso i Radiohead non piacciano, viste le soluzioni sonore che tendono costantemente alla sperimentazione e visto che è quasi aberrante per loro suonare qualcosa di vecchio e conosciuto. L’evento in ogni caso è importante, raccoglierà anche la crema dell’intellighenzia della scena musicale fiorentina e non. Raccoglierà i fan storici, i curiosi e tutti quelli come noi, che battezzammo Lungarno in quel prato con 30.000 persone. Orgogliosi di esserci stati, orgogliosi di esserci ancora. Chissà se lo sapesse Tom Yorke.

 

di Riccardo Morandi