Giovedì 31 maggio al Cinema La Compagnia, ci sarà una giornata di dibattito sul tema della memoria, organizzata dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica insieme alla Regione Toscana.

I temi sono alti e il programma è ricchissimo. Grandi ospiti e grande conclusione in serata, con la proiezione del documentario di Graziano Graziani “Pina Bausch a Roma” e la prima assoluta dello spettacolo teatrale a lei dedicato, “Palermo, Palermo. L’artista, la città, l’archivio dal vivo”, a cura di Massimiliano Barbini de Il Funaro di Pistoia e in collaborazione col Metastasio di Prato.

Abbiamo parlato dell’evento con la Soprintendente Diana Marta Toccafondi.

Diana Marta Toccafondi.

A che serve la memoria? Qual è il rapporto tra il nostro tempo e la memoria? E cosa c’entra la danzatrice e coreografa Pina Bausch con tutto ciò?

“Cominciamo dai titoli pirandelliani: i temi più cari a Pirandello, come quello dell’identità, della maschera, o della follia, li ritroviamo orbitanti proprio intorno a quello della memoria e dell’archivio come suo custode, e vanno a toccare quello delle radici, della materia, del gesto e dell’autenticità intesa come risoluzione del rapporto problematico tra individuo e tempo. Ogni nostro comportamento è condizionato dal nostro rapporto col tempo e le sue dimensioni. Per questo è importante comprendere i diversi significati della memoria. È quello che abbiamo fatto e stiamo facendo in Toscana da molti anni, mossi da pura passione: la nostra è un’ operazione per riconciliarsi col passato. Abbiamo reciso i legami col passato, ed è per questo che non riusciamo a vedere il futuro. Viviamo in una specie di abbaglio totale del nostro presente”.

Così la soprintendente Toccafondi ci parla dell’Archivio come di un bacino autentico dove si deposita la memoria biografica e la rappresentazione del sé; un luogo da cui attingere per legare individui, territori e comunità intorno a una narrazione comune, senza indulgere a falsi miti identitari.

La memoria non dovrebbe avere a che fare con la musealizzazione o con la nostalgia. Quello è un rapporto non sano col tempo. Ci ritroviamo altrimenti ad avere una sola visione della memoria (Una), ad essere una società a rischio di amnesia (Nessuna), oppure subissata da accumuli di memoria, senza riuscire a fare una sintesi (Centomila). La crisi dell’identità dell’individuo – e di conseguenza della collettività –  si specchia decisamente in questo rapporto non sano con la memoria”.  L’archivio diventa invece lo strumento per una ricerca dell’essenza profonda delle cose, nonché come una particolare “messa in scena” della vita.“Negli archivi si vanno a cercare gli elementi primitivi e primari per costruire un discorso di verità, e non di retorica”.

Sono temi sui quali è a lavoro anche l’arte contemporanea: “L’estetica di un’opera d’arte la obbliga ad essere in perfetta sintonia all’interno e all’esterno: l’apparire e l’essere devono essere in equilibrio tra loro, per non finire nella schizofrenia totale. È andando a scavare nelle radici che emerge la natura umana; attraverso l’essenzialità si esprime l’autenticità dell’essere. Gli artisti dell’arte contemporanea che lavorano con la materia pura e scavano nella fibra, eseguono uno scavo nella natura delle cose, nella fisicità”.

Ecco dunque svelato il motivo per cui arriviamo alla crucialità della dimensione fisica, e all’esplorazione del corpo e della cruda gestualità. Impossibile non coinvolgere Pina Bausch: “che rappresenta la sublimazione nel gesto, una ricerca senza retorica dell’essenza”. Lo spettacolo dedicato alla Bausch dimostrerà come con gli archivi teatrali non solo si possa raccontare il teatro, ma si possa addirittura farlo. Il teatro nel teatro: altro tema di pirandelliana memoria che accompagna la giornata fino alla sua conclusione.

 

 

Un universo di significati che l’evento esplorerà con un approccio interdisciplinare e aperto a tutti. “Sono molto riconoscente alla Regione Toscana e alla Vice Presidente e Assessore alla Cultura Monica Barni, per aver compreso l’importanza di questi temi e aver dato il supporto necessario. Veniamo da una lunga storia di collaborazione che negli anni ha prodotto risultati importanti in Toscana. Il nostro Accordo di Collaborazione è una fucina di progetti condivisi con l‘obiettivo di far emergere e far conoscere a tutti il grande patrimonio documentario toscano. Insieme abbiamo molti progetti per il futuro”.

 

Per conoscere il programma della giornata 

Per informazioni:
Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana
Mail: [email protected]
Tel: 055 271111