Tra tutti i colori che ogni anno si riversano sulle passerelle per l’Autunno-Inverno, il rosso non manca mai.

È il colore della passione, assertivo, indica decisione, ha carattere. Quest’anno in modo particolare assistiamo ad una tendenza rossa soprattutto per le scarpe. I più gettonati sono gli stivaletti con tacco a stiletto in pelle, ma anche le décolleté dalla punta leggermente arrotondata e dal tacco basso, dal sapore vintage da abbinare a jeans dalla foggia maschile. Per le più audaci non mancheranno gli stivali alti fino al ginocchio, dalla gamba morbida che indossati con maxi gonne in fantasia scozzese saranno perfetti.

Stop. Rewind.

Arrivata alla riunione del giornale ero emozionata: era la prima volta nella redazione, era la prima volta in cui portavo idee che avrei poi messo nero su bianco e sarebbero diventate un articolo “in carta e ossa”.

Scrivo di moda, di ultime tendenze, di quale cappotto andrà per la maggiore, di cosa abbinare con cosa, i capi da rottamare e quelli da tenere. Argomenti un po’ frivoli e leggeri, ma che mi hanno spinto ad una riflessione.

In fondo ogni volta che ci vestiamo in un modo o nell’altro, comunichiamo qualcosa di noi stessi al mondo esterno, ci definiamo, lanciamo un messaggio. Anche i più scettici rientrano in stereotipi e gruppi definiti. Penso al giubbotto in pelle nero, il chiodo, simbolo di una intera generazione di sedicenti ribelli, come un giovane James Dean negli anni ‘50, per poi essere ripreso negli anni ‘80 dalla generazione di giovaniche ascoltava e suonava musica rock, trasgressiva e irriverente.

Penso ad un capo del ‘68, l’eskimo, espressione di una precisa idea politica. Penso a Mary Quant che con le sue minigonne provocò l’opinione pubblica urlando a gran voce che le donne dovevano e potevano essere libere di mostrare le gambe.

Così riflettendo sulle ultime tendenze ho unito le scarpe rosse e il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ed ho pensato al movimento delle Scarpe Rosse.

L’artista messicana Elina Chauvet ha “raccontato” per prima, attraverso un’istallazione di calzature rosse, di il femminicidio. Il suo progetto “Zapatos Rojos” fu realizzato per la prima volta nel 2009 a Ciudad Juárez, una cittàdi frontiera nel nord del Messico definita la “Città che uccide le donne”, il luogo dove dal 1993, centinaia di ragazze vengono rapite, stuprate e uccise con totale impunitàper gli assassini che in alcuni casi ne sotterrano il corpo, in modo che le famiglie non possano neppure avere la possibilità di piangerle.

Da quel momento in poi le istallazioni si sono moltiplicate in tutto il mondo, Italia compresa (per fortuna!).

Scarpe rosse in cammino contro la violenza.

Scarpe rosse come l’amore che si trasforma in male, in prigione e dolore.

Scarpe rosse come il sangue versato da migliaia di donne in tutto il globo, donne belle, brutte, ricche, povere, magre, grasse, buone, cattive, sciocche o intelligenti.

Scarpe rosse come la passione e la forza di chi chiede giustizia e di chi si batte per porre fine a questa assurda mattanza.

Il 25 novembre – ma non solo per favore – indossiamo un paio si calzature dal colore rosso, ché il mondo non si cambia con la moda, ma forse con piccoli gesti e con un po’ di sana utopia, sì!