Questa sera, al Centro per l’arte Luigi Pecci, torna #ExtremeVisionary, la rassegna cinematografica che raccoglie i 5 top film dell’anno e che opta per una prospettiva che dà la possibilità di mostrare film assenti nella maggior parte delle classifiche.

In questi tempi bui, dove le immagini sono bombe silenziose che confondono e colpiscono i deboli, è sempre bello trovare delle iniziative dove la tecnica cinematografica è secondaria alla bellezza del film.

Cosa s’intende per bellezza? La bellezza, in un film, è la capacità di suggestionare lo spettatore, non solo attraverso il mero artificio estetico, ma anche per mezzo del messaggio, che deve scavare, sovvertire, stravolgere.

Il cinema può dirsi tale se agisce su di noi come un grosso problema che non sappiamo risolvere. Se funziona, allora le domande sono molte di più rispetto le risposte.

Il cinema non libera, anzi, preoccupa, inganna, ci mette in una posizione scomoda dove non sappiamo giustificare del tutto quello che abbiamo visto.

Il cinema, come la letteratura e l’arte, è l’unica arte che ci obbliga ad immedesimarci in una storia che scorre da un punto di vista che non è nostro, non lo sarà mai, ma nell’arco della proiezione ci appartiene. Alla fine di un bel film si arriva dopo giorni, a volte anni, e non è sempre detto che ci si arrivi.

Quello squilibrato di Yorgos Lanthimos, stasera al Centro Pecci con “Il sacrificio del cervo sacro”, fa parte di questa schiera di malati che ci fa dubitare anche della terra su cui appoggiamo i piedi. Merce rara.

Info Evento: https://www.facebook.com/events/232379294366171/