Pieralberto Valli, già Santo Barbaro, è un musicista italiano che ha debuttato in solo, un paio di anni fa, con l’ottimo “Atlas”. Questo 2019 lo vedrà impegnato in un nuovo album, lungo un anno. Farà uscire, infatti, una serie di singoli – solo in digitale – che, alla fine dell’anno, andranno a comporre un nuovo disco dal titolo “Numen”.

Al momento sono usciti i primi due singoli, ‘Profumo’ e ‘Non fare tardi’.

Valli sarà a Firenze, questa domenica 3 marzo, per presentare il suo nuovo progetto in un house concert. Lo abbiamo raggiunto per far due chiacchiere.

Debuttasti un paio di anni fa con “Atlas”, un disco tradizionale – nel senso del formato. Da dove nasce l’idea di questo progetto lungo un anno.

“Numen vuole essere un elogio alla lentezza, all’attesa. Il disco uscirà, con calma, dopo l’estate. Volevo dare il tempo anche a noi stessi di capirlo e metabolizzarlo. L’uscita fisica sarà una festa conclusiva. Non è il varo della nave che tocca per la prima volta l’acqua, ma è la nave che ritrova il porto e torna a casa. Questo per quanto riguarda noi. Poi c’è chiaramente una tendenza a spezzettare le informazioni, le emozioni, le impressioni, perché la capacità di decodifica media non permette messaggi più complessi della lista della spesa.

In questa fase storica trovo sia interessante parlare del nulla, discutere di un disco che non c’è, che nessuno ha ascoltato. Vengo, suono, e non ho niente da vendere. Questo è il principio”.

 

Cos’è Numen?

“È, o dovrebbe essere, la presenza del divino dietro alle cose, il riconoscimento di un livello altro da questo. E il divino si manifesta in musica, comunica se stesso attraverso il suono; e quel suono che si capta non appartiene a chi lo percepisce, è un suono preesistente. Per me la musica ha questa funzione: è una cassa di risonanza che mette in comunicazione due universi che altrimenti si ignorerebbero. Soprattutto ora”.

 

Di cosa parlano indicativamente i vari singoli che, da qui a fine anno, ci condurranno verso Numen?

“Parlano di tutto questo. Il disco è nato su commissione della compagnia di teatro contemporaneo ‘Città di Ebla’ ed è andato in scena a maggio 2018. All’epoca dovevo ancora iniziare a registrare, ma il disco esisteva già. Nasce attorno alla figura del padre e a quella del sacro e, per farlo, mi sono dovuto mettere a studiare perché, in generale per me ma soprattutto nel linguaggio liturgico, ogni singola parola deve rimandare a una realtà superiore, e deve avere diverse chiavi di lettura”.

 

Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzato nel tuo modo particolare di comporre musica?

“Ti posso citare gli artisti che ho ascoltato di più in questi ultimi due anni: Mark Hollis, che ci ha purtroppo lasciato da poco, Jason Molina, Shannon Wright, i Blonde Redhead, Nick Drake e gli Sparklehorse”.

Gli arrangiamenti del disco sembrano molto complessi, come li riporti dal vivo?

“È una complessità apparente; o meglio, è stato complesso raccogliere i suoni (sono tutte registrazioni ambientali, non c’è nulla di digitale) ma poi la costruzione dei livelli sonori è piuttosto scarna: una chitarra, una voce, un pianoforte e loop ritmici costruiti, appunto, a partire da rumori ambientali. Dal vivo non suono il pianoforte, a meno che non abbia la possibilità di suonarne uno vero. È importante che gli strumenti che tocco e che metto in vibrazione abbiano un’anima, o il ricordo di un’anima”.

 

Sei già passato da Firenze, qual è il tuo rapporto con la città?

“A livello musicale ho dei bellissimi ricordi legati a Firenze. Ricordo, tanti anni fa, un bellissimo concerto all’Ospitale delle Rifiorenze. All’epoca suonavo con il nome di Santo Barbaro. Firenze è una città che ho sempre frequentato e che, allo stesso tempo, non mi ha mai donato ossigeno. È la città dove vidi per la prima volta i Radiohead dal vivo, durante il tour di ‘Ok Computer’, ed è una città molto significativa per la mia storia personale. Quando una città si intreccia con la vita porta in sé ovviamente sentimenti contrastanti. Ma è poi questo il senso del disco”.

L’ingresso all’house concert è su invito