Come in un film: The Cure

Comincia con l’ammissione di una colpa. Evidentemente si è fatto un torto talmente grande alla persona amata che è anche inutile scusarsi. L’unica è ricacciare le lacrime indietro ‘Cause boys don’t cry.

L’imperativo odioso contenuto nel titolo, totalmente smontato dall’incredibile e inconfondibile sound, la sensazione di ciò che poteva essere e la solita, struggente, malinconia fanno di “Boys don’t cry” il brano dei The Cure più utilizzato da cinema e tv nella storia della band.

Da film d’autore come “Io e te” di Bernardo Bertolucci a sconosciuti telefilm tedeschi passando per nuovi classici del romanticismo come “Il quiz dell’amore”, la struggente ma allegramente rassegnata malinconia evocata da quelle note, segna spesso momenti di transizione nella vita dei personaggi maschili, come suggerito dal titolo.

Parlando di romanticismo, quella sensazione di dolce cadere, nota dopo nota, in un languido struggimento suggerito dal susseguirsi degli accordi di basso di “Pictures of You” è stata una carta più volte giocata da registi e sceneggiatori. Lo sanno bene i fan di “Una mamma per amica” (dove, lo sparare la canzone dei The Cure a pieno volume nella notte è il sintomo di tutta la pena provata da Lane, la migliore amica della protagonista) e anche quelli della commedia romantica con Channing Tatum “La memoria del cuore”.

Se le ben più leggere note di “Friday I’m In Love” si sono perfettamente adattate al divertente disimpegno di “La verità è che non gli piaci abbastanza”, l’inquietudine di “Lullaby” ha trovato posto in un cupo episodio della V stagione di “American Horror Story”.

Solo due, fino ad oggi, le volte in cui i The Cure sono stati ingaggiati per comporre un brano originale per un film: la prima volta fu nel 1994 per “Il Corvo” con “Burn” e successivamente nel 1995 per il film con Silvester Stallone “Dredd – La legge sono io” per cui hanno scritto “Dredd Song”.

Da film come “Marie Antoniette”, il delizioso “Adventurland”, “Ant Man” e l’italiano “Fortunata”di Sergio Castellitto, alla presenza in svariati episodi di serie quali “One Three Hill”, “Cold Case”, “My Mad Fat Diary”, “Tredici”, “Mr Robot”il cinema e la tv continuano ad attingere dal repertorio dei The Cure brani, più o meno conosciuti, per ricreare atmosfere romantiche e malinconiche, ma anche ribelli e coraggiose, come nel caso di uno dei prestiti più recenti ovvero la prima parte del film “It” di Andy Muschietti.

“Six Different Ways” è la colonna sonora di uno snodo narrativo determinate e cioè quando, per la prima volta, il Club dei perdenti si trova a dover combattere unitamente le forze del male.

I The Cure sono a Firenze il 16 giugno per Firenze Rocks.

The Cure

Trono di haters

Non sempre le commistioni fra musica e cinema o, come in questo caso, tra cinema e tv finiscono bene. Ne sa qualcosa Ed Sheeran, che sarà sul palco dell’Ippodromo del Visarno il 14 giugno. Il suo cameonel ruolo di un cavaliere dalle non comuni doti canore nella 1° puntata della 7° stagione di “Game of Thrones”, per quanto poco invasivo, non fu affatto gradito in rete poiché giudicato fuori luogo e non necessario. La pioggia di commenti negativi costrinse il cantante a chiudere temporaneamente il suo profilo Twitter e anche a escludere mestamente una futura apparizione.