Un ricongiungimento familiare complesso in una terra all’apparenza ostile, quello che si trova ad affrontare Maria, facendo ritorno a Luserna (Trento), per un lutto familiare. Da dove ripartire per ristabilire un legame con quella gente e con quel luogo ormai così lontani? La risposta per Maria sarà la musica che lei, violoncellista ancora in cerca della sua strada, può condividere con un piccolo coro polifonico in cerca di riscatto.

Un’opera unica nel suo genere Resina (2018), debutto alla regia di Renzo Carbonera, sia per la sensibilità con cui viene raccontata la vita dei protagonisti (chi è andato via da Luserna ma anche chi non è mai partito) che per il particolarissimo e prezioso trattamento che l’autore ha riservato alla musica (composta da Luca Ciute e dal Coro Polifonico di Ruda) e alla descrizione del paesaggio, che all’interno della narrazione sono intimamente connessi.

Ma Resina non è solo il compimento di una sentita e urgente opera prima, è anche l’esperimento, unico nel suo genere fino a questo momento, di “cinema a impatto 0”. Per le riprese del film è stato infatti applicato il protocollo T-Green della Trentino Film Commission che ha comportato misure di salvaguardia del prezioso ambiente dove il set è stato allestito: persone e attrezzi di scena sono stati trasportati con veicoli sostenibili, si sono osservate differenziazione dei rifiuti e limitazione di sprechi ed è stato promosso l’uso di fonti elettriche solari. Resina, dall’11 luglio scorso, è disponibile in homevideo per CG Entertaiment.