“Le parole sono importanti!” gridava Nanni Moretti in “Palombella rossa”.

Sì lo sono, soprattutto perché una volta dette occorre sostenerle, ma questa è una divagazione. Ci sono parole che amo, una di queste è rigenerare.

Andiamo con ordine.
Si dice che ogni rivoluzione parta da un piccolo passo, da un gesto anche minimo. 

lanificio bigagli

Guardando Greta Thunberg, 16 anni di determinazione e urgenza di cambiare le cose per un mondo migliore, mi sento paurosamente in difetto, sì perché io ho iniziato a fare la differenziata solo da un anno, per dire. Perché se dovessi andare in Australia ci andrei in aereo (nonostante la paura) e non in nave. Perché tengo il condizionatore acceso anche di notte in estate. Perché non so quante volte ho comprato le fragole a dicembre. Perché spesso non ho guardato l’etichetta dei capi d’abbigliamento.
Su quest’ultimo punto però devo fare una precisazione: sto imparando.

Vi siete mai chiesti da dove viene un prodotto e quali sono le materie prime che lo compongono?

Andando in giro a chiedere, a fare domande, mi sono imbattuta in una realtà che ho scoperto non essere così isolata, una realtà a km0, a Montemurlo, provincia di Prato. Qui dal 1973, lavora la lana con amore e attenzione il Lanificio Bigagli. L’industria della moda è la seconda più inquinante al mondo, sia nella produzione che nello smaltimento dei rifiuti tessili.

lana rigenerata

L’azienda per questo ha creato prodotti come Eurelle/Pet (da plastica riciclata) e Rewooly (da fibra di lana rigenerata), dando vita ad un modello produttivo tale da riuscire ad utilizzare le risorse che hanno terminato il loro ciclo di vita, per farle tornare ad essere materia prima utilizzabile per nuovi prodotti.

Rigenerare, appunto, ciò che sembra privo di vita, dare una seconda opportunità, riutilizzare la materia senza distruggerla, contribuendo a creare un’economia pensata per potersi generare da sola.

Ecco perché amo la parola rigenerare: dà la speranza che non sia tutto perduto, che sia possibile “morire” per poi trasformarsi in qualcos’altro, letteralmente generare di nuovo e cominciare una nuova storia.