Di Elena Reni

Nel territorio fiorentino Simona Innocenti è una donna molto conosciuta per le sua lotta contro gli sprechi derivanti dalla lavorazione delle pelli. Titolare della ditta Leather Bis, nata 10 anni fa dall’osservazione degli scarti di pellame nel laboratorio del marito, l’artigiana ha avuto l’intuizione di come ogni singolo ritaglio di quella pelle potesse diventare una risorsa. 

Un pensiero precursore di economia circolare, percepita solo negli ultimi anni come unica alternativa per salvare il pianeta.  

Il percorso di BisBag

Da questa idea nasce il primo portachiavi a forma di cuore per la bomboniera della figlia, la piccola Sofia, oggi ragazza di 19 anni.  Da lì il passo alla registrazione del marchio è stato breve, scegliendo il nome BisBag ispirato alla “seconda vita della pelle” scartata dalle lavorazioni aziendali. Anche il più piccolo avanzo ha un valore e può essere impiegato nuovamente per la produzione di una borsa, piccola pelletteria oppure di un accessorio moda come una cintura per uomo o una piccola pochette da donna.

Scarti lavorazione pelle

Vero è che, nonostante il successo delle esportazioni all’estero dei grandi marchi Made in Italy, le migliaia di pelletterie artigiane presenti in Toscana lamentano il problema del costo dello smaltimento della pelle considerato un rifiuto pericoloso.

Col passare degli anni, le grandi griffe alle quali Simona si rivolgeva un tempo per raccogliere gli avanzi del pellame pregiato, oggi bussano alla porta della sua ditta per cederle spontaneamente ritagli di vitello, cavallino e molto altro ancora, trasformando così il laboratorio dell’artigiana in un grande open space colorato dove giovani tirocinanti imparano a lavorare con le mani sotto l’occhio attento dell’ideatrice.

Obiettivi futuri

Le aspirazioni di Simona parlano chiaro: costruire un deposito comune a tutte le ditte della Toscana, un magazzino di transito per il materiale a cui dare nuova vita, sinonimo di attenzione per l’ambiente, fonte di ispirazione e monito per le nuove generazioni ad adottare nuove modalità produttive secondo le regole dell’economia circolare; garantire continuità alla produzione del territorio, incrementare e divenire incubatrice di percorsi per giovani pellettieri.