L’ex ospedale psichiatrico fiorentino, iniziato a costruire nel 1887 da Giacomo Roster e chiuso definitivamente nel 1998, mi è sempre piaciuto. Per due motivi più che altro: perché è un luogo che offre delle scelte, ancora. Spalancato. Sommersi di cemento e direzioni obbligate, mi danno speranza, i luoghi dell’ipotesi. San Salvi mi piace anche perché è un posto su cui ognuno dice la sua: “È bello”, “È un po’ triste”, “Ci farei questo…”, “Ci starebbe bene quell’altro…”.

Sull’ex-manicomio, in un coro variegato di comitati e partecipazione, si son sempre proiettate tante speranze. 

Certo, alcune – come quelle che ne volevano far diventare una sua porzione un residence di lusso a metà fra Bel Air e i Parioli – paiono più dissennate di altre – daje di polo di aggregazione  sociale super avanguardista, di eco-parco urbano che voi umani…, di fiore all’occhiello  di un’idea di riconversione architettonica da manuali universitari. Eh, insomma…su San Salvi in molti ci hanno fatto capannelli, passeggiate esplorative, sit-in.

Pochi giorni fa, all’indomani del gaudio natalizio, durante la serata “San Salvi in festa” sono stati comunicati i nomi dei 10 giovani vincitori del Bando “Spacciamo culture”, indetto da i Chille de la Balanza, la compagnia teatrale fondata da Claudio Ascoli che fin dal ’97 ha la sua residenza in un padiglione dell’ex-ospedale psichiatrico, grazie al finanziamento della Fondazione CRFirenze nell’ambito del progetto “Partecipazione culturale”.

In un 2019 che ha visto oltrepassare le 25.000 presenze, la festa di fine anno stavolta ha avuto un significato più espanso: è stata l’occasione per rinfocolare il confronto sui possibili percorsi di rigenerazione del patrimonio materiale e immateriale dell’area, prendendosi cura della Memoria ma con gli occhi rivolti al Futuro.

Ben 32 le domande che hanno risposto alla call: 70 ragazzi provenienti principalmente dall’Accademia di Belle Arti di Firenze e dal DIDA (Dipartimento di Architettura di UniFi), partner dell’intera iniziativa che ha visto in prima linea l’associazione Architectura.place.

Ai vincitori sono stati assegnati 700€ per realizzare opere site-specific: Adobe illustrator e mouse alla mano, e si starà a vedere.

Sono Opere, sì, non il Tutto, ma qualcosa significano.

La partita su San Salvi, sede oggi di uffici e servizi dell’ASL, potrebbe regalarci azioni entusiasmanti: Il Comune di Firenze, Usl Toscana Centro e Regione Toscana (fermi tutti, che a primavera si vota) fanno da top player dell’incontro. In ballo, ricordiamolo, ci sono svariati ettari di terreno, una città nella città, quei “tetti rossi” di antica memoria, ci sono micro-mondi e testimonianze, murales e muri, ci sono molti alberi.

Ci sono volontà itineranti, gruppi, relazioni che in questi anni hanno intessuto proprie forme di Comunità intorno ad un luogo e alla sua valenza.

Però, eh: Mi sono sempre battuto in condizioni così sfavorevoli che desidererei farlo alla pari. Sono molto modesto e non vi domando, amici, altro segno che il gesto. Il resto non vi riguarda.” Lo scriveva Dino Campana, che a San Salvi ci fu rinchiuso due volte.

La Tinaia: “Prendete un appuntamento va’, che è meglio”

Dalle 8 alle 16, potete andarci. Ed è dal 1975 che potete farlo. Dall’anno in cui fu fondata insomma. Centro di riabilitazione artistica, luogo di esposizioni e mostre, valvola di progetti e laboratori che coinvolgono l’Arte e la Cura: la Tinaia è un piccolo tempio che si interroga su come affrontare le trasformazioni sociali e culturali dei giorni nostri e come vivere il disagio psichico. È un posto che non è solo un posto, ma un rifugio. E quindi ci potete passare del tempo, ripararvi, magari pure comprare una produzione Art B, artefatti comunicativi, T-shirt, quaderni, gadget, realizzati da “outsiders” che frequentano centri di attività espressive. Sosterrete così una parte di attività della Tinaia ed eviterete di stare tre ore in fila da Zara per la stessa maglietta. Pensateci, insomma: perché dentro alla palazzina n.24, c’è la documentazione di una storia che nutre e arricchisce. I testimoni sono importanti, eh.