QUELLO CHE SARÀ

Ogni volta arrivati in questo periodo si presenta l’insormontabile problema del “cosa andrà di moda quest’anno?”. Ogni volta arrivano risposte, più o meno articolate, sul tema e trovo sia confortante perché per tutto il resto non arrivano mai.

Ma, come sempre, questa è un’altra storia.

Pronti attenti via:

  • si parla di palette o per dirla in parole semplici, di colori. La faranno da padroni il verde pisello e lilla. Entrambi li ritroveremo in abiti e capi estivi, concentrati in veri e propri color block. Vi basterà rifinirli con gioielli preferibilmente nella declinazione dell’oro giallo;

maxi bijoux 2020

  • a proposito di gioielli sappiate che andranno maxi, giganteschi oserei dire. Il bijoux diverrà parte del look totalizzando l’attenzione. Sì a grandi e strutturate collane e agli immancabili maxi-bracciali in resina o legno;
  • big anche gli occhiali sia da sole che da vista, in perfetto stile anni ’60-’70;

  • al contrario, scordatevi nelle sere tiepide di portare con voi grandi borse, il diktat sarà micro e il sottotesto “mettete tutto in tasca”, un po’ come nella scena del supermercato del film “Il Mostro” di Roberto Benigni. Piccole, piccolissime pochette, borse a tracolla delle dimensioni di un portafoglio, fino ad arrivare al marsupio da polso, dove entrano solo carta di credito e rossetto;
  • sono certa che avete indovinato a mani basse, anche quest’anno torna a primavera l’abito a fiori. Abiti corti, lunghi, camice e giacche destrutturate.

Nota Bene: una tshirt bianca ed un paio di jeans saranno sempre e comunque il vostro salvavita!

abito a fiori 2020

QUELLO CHE NON SARÀ

…e ogni volta in questo periodo dell’anno ci chiediamo “questa cosa davvero non sarà più di moda? Allora la butto?”. Ma quanto piacerà a noi umanoidi buttare piuttosto che finire, esaurire?

Tutto usa e getta. Si ha come l’impressione di essere circondati da una realtà che è in grado di sopravvivere solo per una manciata di mesi.

Cestiniamo continuamente cose, persone, idee politiche.

Cose che non sono più parte della nostra memoria: non abbiamo una ram sufficiente per contenere i ricordi e gli oggetti a essi legati: perché certi ricordi fanno male, perché altri non li riteniamo importanti, perché ci è stato detto che occorre sempre rinnovarsi, essere sul pezzo (ma quale pezzo poi?!), andare veloci, non approfondire, non soffermarsi.

Tutto ciò è specchio di questi tempi barbari e oscuri, dove sostanzialmente l’infelicità e la paura rendono assai di più di una stretta di mano e di un abbraccio, perché le persone infelici e impaurite, spendono di più, per coccolarsi o consolarsi.

E intendiamoci, capita anche a me.

Ma a un certo punto andrebbe messo un limite alla quantità di cose che accumuliamo e poi gettiamo con non curanza. Perciò per la prossima stagione (eccetto i sabot e i mocassini con il pelo posticcio che sbuca fuori e le spalline anni Ottanta, che mi auguro di non rivedere finché vivrò) proviamo a tenere cose e ricordi un po’ di più con noi.