di Daniele Pasquini

[odonomàstica s. f. Disciplina che ha per oggetto lo studio dei nomi delle strade]

Enrico Forlanini, figlio del medico Francesco e fratello minore del pluricandidato al nobel Carlo, ha oggi fama in Firenze per aver dato il nome alla via che costeggia il Polo Universitario di Novoli: uno dei luoghi più brutti che potrà capitarvi di frequentare in vita. Alla sequenza di plessi nominati D4-D5-D6 che ricordano i blocchi di uno stabilimento industriale – un esamificio, per la precisione – fa da contraltare il luminoso ricordo del più eccentrico membro della stirpe Forlanini. Alla medicina, specialità di famiglia, il giovane Enrico (1848-1930) preferì infatti il sogno del volo: ufficiale militare, è ricordato come inventore dell’aliscafo e come innovatore nel campo dei dirigibili e degli elicotteri. 

Sicché mentre si scende dal bus 23 o alla più recente fermata tramviaria “San Donato – Università”, mentre si guarda la pubblicità al multisala, ci si aggira nella coop-in-stile-newyorchese, ci si affanna in copisteria o si varcano i nobili tornelli della biblioteca (D10), si rammenti di tanto in tanto il giovane uomo che dona il nome alla via lì di fianco: poco più che ventenne progettava elicotteri a rotori paralleli, per dare poi alla luce il primo idroplano della storia e contribuire in modo imperituro alla realizzazione di quei mastodontici mammuth del cielo che furono i dirigibili. I più romantici spalancheranno forse il giovane cuore e volgeranno lo sguardo al cielo, ma non biasimeremo certo i disincantati che si faranno riportare alla tristezza del grigio – seppur rivalutato – quartiere di Novoli.