di Daniele Pasquini

Maurizio e Rosa Sella vivevano nel biellese, dove avevano un lanificio. Se l’occupazione del capofamiglia consisteva nella direzione del lavoro, quella della moglie Rosa merita una certa attenzione: faceva figli tutto il tempo. Maurizio e soprattutto Rosa di pargoli ne ebbero ben VENTI. Una cifra considerevole, anche rapportata ad altre specie di mammiferi ben più prolifiche della nostra. Ma arriviamo subito ad un’ulteriore bizzarria: sapete come Maurizio e Rosa decisero di chiamare il loro ottavo figlio? Quintino.

Quintino Sella fu esperto di molte cose, come accadeva agli uomini illustri d’un tempo e come accade tutt’oggi su Facebook. Lavorò nell’azienda di famiglia, fu scienziato – amante soprattutto dei minerali – accademico, matematico, inventore. Fu premiato per aver scoperto come separare alcuni metalli sfruttando l’elettromagnetismo. Fu anche politico di primissimo ordine: buttò l’occhio su di lui un certo Camillo Benso, che lo chiamò nel 1863 a dirigere il Ministero delle Finanze e a riordinare i conti pubblici. Sarà attivo per 7 legislature, ma fuori dalla politica Quintino si dedicò con passione all’alpinismo. Partecipò a grandi spedizioni e – in un’epoca in cui non bastava comprare degli scarponcini da Decathlon per farsi chiamare scalatori – si fece notare per aver raggiunto le più importanti cime. Morì nel 1884, nel proprio appartamento all’interno del lanificio. Fu sepolto nel cimitero di Oropa, in una gigantesca tomba di famiglia a forma di piramide. In mezzo al bosco, a 1200 metri d’altitudine.

A Firenze gli è dedicata una via nella zona sud, un senso unico che procede parallelo e contrario all’Arno. Una strada viva e ordinaria, con condomini, negozi e studi professionali, in cui tutti vivono sereni senza essersi mai chiesti perché Maurizio e Rosa, all’ottavo figliolo, dettero nome Quintino.