2020. Il coronavirus si diffonde a livello globale. L’Italia è il primo paese europeo a entrare in lockdown. È proibito a chiunque di uscire, se non per ragioni di necessità. Forse per la prima volta, ci si trova davanti a un momento storico in cui la documentazione visiva risulta intrinsecamente ed esplicitamente compromessa, collocandosi sulla linea d’ombra dei divieti contestualmente imposti.

Cosa determina la legittimità della figura del fotografo, al di là di una partita IVA? Può l’occhio narrativo, in senso autoriale, riappropriarsi del diritto a un’analisi consapevole, senza dover ricorrere a letture e interpretazioni o, come sopra, a un riconoscimento legale quale il libero professionismo?

In definitiva, cos’è che sancisce il discrimine tra il dovere di raccontare e la possibilità di farlo?

Queste e altre riflessioni, oltre al bisogno incontenibile di documentare una fase storica – a detta di molti – senza precedenti, danno ironicamente origine alla serie “Italian Lockdown – The Forbidden Photographs”.

Reportage fotografico di Marco Castelli
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