La sala cinematografica è insostituibile e non vediamo l’ora di tornarci. ANICA e ANEC, le due istituzioni che in Italia rappresentano rispettivamente l’industria cinematografica e gli esercenti, lo scorso 22 dicembre hanno dato ancor più voce a questa convinzione tramite un video e la creazione dell’#soloinsala

Se la chiusura forzata dei cinema ha decretato una sempre maggior fortuna delle piattaforme streaming, presso le quali sono convogliate anche alcune pellicole che sarebbero dovute uscire in questi mesi, c’è chi ha scelto una linea rigorosa proprio a tutela dell’esperienza unica della prima visione fatta in sala, come Cristiana Baiocchi di Spazio Uno, la storica sala fiorentina di via Del Sole: «Noi abbiamo scelto di non appoggiarci a piattaforme streaming. I distributori indipendenti nell’incertezza non stanno facendo uscire niente, e quel poco che era stato programmato per ottobre, quando pensavamo di avere un maggior respiro, è stato purtroppo bruciato come è successo con il documentario su Greta Thumberg. Purtroppo in questi mesi è prevalsa la paura di venire dimenticati e allora si sono venduti prodotti validi per le sale a dei canali on demand. 

Le piattaforme vanno benissimo, ma per pellicole già datate, anzi, spesso anche noi ne segnaliamo ai nostri spettatori tramite i social network. Gli esercenti però devono anche far sì che il pubblico  attenda con gioia la riapertura senza venire dirottato verso esperienze che disincentivino il ritorno in sala». Il contatto con gli spettatori rimasti a casa è stato fondamentale in questi mesi: «Lo scambio è più forte che mai. Noi vendiamo emozioni e anche adesso che il cinema è fermo possiamo comunicare. I follower di Spazio Uno sono persino aumentati. Le persone torneranno in sala quando sarà possibile e adesso è inutile proporre rassegne e seconde visioni a pagamento, perché l’offerta presente e svincolata dalla contingenza della pandemia è già sterminata. Noi abbiamo preferito dialogare e tanti amici si sono manifestati privatamente con affetto. Arriveranno tempi migliori e la filosofia della sala è quella di saperli attendere, insieme con i nostri spettatori».