di Michele Baldini e Virginia Landi

Presenze e assenze, materialità e virtualità. Nell’epoca di opposti dualismi nascono anche le forme ibride, o per meglio dire, fluide. La lingua si adegua, perde il genere, il numero, la differenza tra ciò che rappresenta il sentimento e la percezione e ciò che rappresenta l’esperienza e la fruizione. E allora ecco qua, come al solito, due termini, con l’inglese di cui ci appropriamo e l’italiano che sconvolgiamo.

Ghost Game /goʊst geɪm/ dall’inglese Ghost Game [loc. s.le m.]: gioco fantasma.

Nella nuova quotidianità omologata, sono molte le circostanze che ci accomunano con il resto del mondo: ad esempio l’assenza di qualsiasi tipo di evento che, come sappiamo, sia diverso da andare a fare la spesa o attività fisica all’aperto. In particolare il Ghost Game è una gara sportiva a porte chiuse, senza spettatori, come quelle che si sono disputate negli ultimi tempi per evitare assembramenti. La parola comparsa sul Wall Street Journal per descrivere le partite della Bundesliga è una traduzione dal tedesco Geisterspiel e una situazione inedita a cui molti non trovano giustificazione, tanto che il Borussia Mönchengladbach ha riempito gli spalti del Borussia Park con i ritratti fotografici in cartone dei suoi tifosi. E voi per quale evento vi piacerebbe poter essere legalmente sostituiti da un vostro carton…Ehm, quali sono le cose che più vi manca di fare in questo periodo? 

Mi manchi come un concerto /mi manki kome un kontʃèrto/ [fig. ret.]

Livorno (per l’esattezza Rotonda dell’Ardenza), inizio febbraio 2021: la scritta in stampatello nero compare sullo spazio un tempo riservato ai manifesti pubblicitari. L’autore del testo si chiama Gabriele Milani, quello della foto “che ha fatto il giro del web” Francesco Luongo. Subito virale, è ormai diventata espressione comune, paradigma dell’assenza e della mancanza, e il mantra di tutti i lavoratori e del pubblico dello spettacolo bloccati dal Covid-19 e dai decreti. Mi assumo la responsabilità di associare alla lettura del pezzo l’ascolto della canzone Promiscuità de TheGiornalisti.