Un viaggio nell’Italia dell’Antropocene

Immaginate: anno 2786, un grand tour di studenti viaggiatori dell’Italia Antropocenica arriva da Milano a Firenze su un treno superveloce a levitazione magnetica. «La visita al celeberrimo centro storico fu bellissima, ma meno sorprendente del previsto, poiché ormai di città palafitticole ne avevano viste parecchie. Anche il capoluogo rinascimentale, infatti, era diventato una Venezia in Toscana, quando ormai la Venezia vera non c’era più. Stesso destino di Verona e di Bologna, ma su un mare più calmo. Affacciava infatti, come Prato e Pistoia del resto, sulla laguna di Firenze, un ampio specchio lacustre che si frapponeva tra la discesa appenninica dell’Arno, da una parte, e un vasto arcipelago che arrivava fino al Tirreno, dall’altra»

Questo è quello che racconta Milordo, voce narrante del libro “Viaggio nell’Italia dell’Antropocene” di Telmo Pievani e Mauro Varotto, osservando con stupore i canali di una Firenze piena di stormi di fenicotteri, misti ad altri variopinti uccelli tropicali con il becco strano, di cui non conosce il nome. L’Arno è divenuto una meta esclusivamente turistica da visitare nelle stagioni più fresche, per evitare il caldo soffocante. L’innalzamento del mare ha cancellato Venezia e la città vive su palafitte.

Uno scenario apocalittico? Per adesso solo quello che viene descritto nel testo uscito lo scorso 22 aprile, ma che si avvererà se il cambiamento proseguirà su questa strada. Secondo gli autori l’Antropocene, cioè l’epoca recente dominata dall’umanità, comincia con la rivoluzione industriale tra il XVIII e il XIX secolo e dà i suoi primi effetti sulla composizione dell’aria che respiriamo. Killer, oltre al clima, sovrappopolazione, innalzamento della temperatura degli oceani, mancanza di acqua potabile, qualità dell’aria ed estinzione in massa delle biodiversità.

Eppure anche nel 2786 le persone continueranno con vari: «Suvvia, ancora questa storia delle specie umana come cancro del pianeta…». Gli esseri umani, invece, sono un vero e proprio virus per la Terra ma, a differenza di quest’ultimi, gli uomini possono fare la differenza intervenendo al momento opportuno. Nel frattempo mi chiedevo: per salire sugli idrotaxi e arrivare in Ca’ de’ Neri servirà la maschera subacquea?