Via del Campanile, in pieno centro storico fiorentino, tra Piazza del Duomo e Via delle Oche, non si è sempre chiamata così. Con una prospettiva un poco più lugubre, ma non per questo meno romantica, la precedente toponomastica l’aveva battezzata Via della Morte e, prima ancora, Via della Morta, in ricordo della straordinaria storia di Ginevra degli Almieri.

Figlia di un ricco mercante fiorentino, sul finire del ‘300 Ginevra, innamorata di Antonio Rondinelli, fu costretta dal padre ad unirsi in un matrimonio combinato con Francesco Agolanti. Pochi anni dopo Firenze fu scossa da un’epidemia di peste a cui neanche la povera Ginevra riuscì a scampare: ammalatasti gravemente, fu dichiarata morta e venne sepolta nella tomba di famiglia all’interno della chiesa di Santa Reparata. Ma se la sua storia viene ancora raccontata è perché la “defunta” si risvegliò e, trovata la forza di spostare la lapide, si incamminò verso casa del marito. Questi però, credendo di essere tormentato dal fantasma della moglie, la scacciò terrorizzato, e lo stesso fecero i genitori quando trovarono alla porta la figlia sepolta poche ore prima.

Ginevra decise allora di andare da Antonio, l’uomo che amava e da cui era stata divisa, l’unico che, felice di vederla viva e vegeta, la accolse al di là di ogni timore e la accudì nella convalescenza. I due amanti poterono finalmente sposarsi e nessuno, né le autorità che dichiararono sciolto il precedente matrimonio, né il padre e tantomeno l’ex marito che la respinse, poté ostacolare il loro amore. Una diagnosi sbagliata? Una morte apparente? Un miracolo? O più semplicemente una leggenda popolare a lieto fine?

Qualsiasi cosa sia, rimane il fatto che Ginevra, appartenente alla fiorentina famiglia Amieri, poi trasformata in Almieri nel tramandarsi della vicenda, è una delle poche persone a cui davvero la morte…cambiò la vita.