Quando si varca il portone d’ingresso non si può che volgere gli occhi in direzione dell’imponente scala elicoidale progettata da Giuseppe Martelli. La sinuosa struttura conduce al piano nobile, quello che ospita la collezione permanente del museo: quindici sale in cui si ripercorre la storia dell’italiano – partendo dalle origini fino alle prospettive per gli anni a venire – e in cui sono presenti anche spazi dedicati ai laboratori e alla didattica”.

Questo è ciò che si potrebbe raccontare entrando all’interno dell’ex Monastero Nuovo, lo stabile del complesso di Santa Maria Novella che affaccia su via della Scala e che è destinato a ospitare il Museo della Lingua Italiana. Ma appunto, per adesso – rimanendo nell’ambito della lingua – siamo costretti a parlare al condizionale.

Al momento, infatti, del progetto nato in seno al libro “Il museo della lingua italiana” del linguista Giuseppe Antonelli – che immaginava la creazione di un museo dedicato all’italiano su modello del Museo della Lingua Portoghese di San Paolo ma anche degli oltre settanta altri musei della lingua sparsi nel mondo – si sono perse le tracce e le comunicazioni a riguardo scarseggiano: da MUS.E affermano che non ci siano buone nuove dal fronte, mentre Luca Serianni – coordinatore del comitato scientifico – ci dice che “i lavori per l’allestimento stanno andando a rilento (per vari motivi tra cui, prevedibilmente, la difficoltà di sopralluoghi in piena pandemia)” e che crede “sia molto improbabile inaugurare qualcosa a breve”.

L’inaugurazione di cui parla Serianni si riferisce alle parole del Direttore generale dei Musei italiani Massimo Osanna il quale, a dicembre 2021 in occasione di “TourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale” svoltosi proprio a Firenze, dichiarò che a gennaio 2022 ci sarebbe stata l’intenzione – condizionale passato – di aprire due delle quindici sale per offrire una preview di quello che sarà il progetto finale.