UI/UX e Droppare

di Michele Baldini e Virginia Landi

In attesa di un mondo reale più tranquillo, dovremo conoscere e accontentarci di quello virtuale, che pure continua a creare termini e situazioni nelle quali sempre più ci troviamo invischiati senza sapere di che si tratti. Oddio, anche il mondo reale è così. Ma procediamo per gradi. 

Ringraziamo per la collaborazione Alessia Marino, studentessa di Comunicazione all’Università di Siena.

UX/UI /iuˈex//iuˈai acr. di User Experience e User Interface parte visuale. Ad esempio, se la vostra schiacciata fiorentina vi fosse presentata da uno UX designer, questi vi attirerebbe con il profumo del dolce, vi darebbe le posate e infine vi regalerebbe un bicchier d’acqua. Nel frattempo, l’UI designer si sarà occupato di ricoprirla di zucchero a velo e di averci impresso il tipico giglio fiorentino.

Droppare /dròppàre/ dall’inglese to drop (lasciar cadere, lasciarsi sfuggire di mano, sganciare, mollare). Il neologismo, dal significato variabile in base al contesto, assume oggi anche un’accezione social che si traduce con il termine pubblicare, ossia lasciar cadere un’immagine o un contenuto all’interno di una piattaforma. Oltre ad evocare il fastidioso promemoria spazio-quasi-esaurito-sul-tuo-Dropbox e ad annunciare il lancio di un nuovo album nel mondo della musica, il nostro caro droppare è stato vittima di una catena di Sant’Antonio 3.0 che ha coinvolto proprio tutti, dai VIP ai NIP. Più o meno è andata così: tra le storie di Instagram ha cominciato a circolare un adesivo (chiaramente una roba virtuale, non si attacca da nessuna parte) che invitava a condividere una “Foto estate 2021, chi non la droppa avrà un’estate terribile”. Perché già così non eravamo stati sufficientemente sfortunati.